Second chance romance

in #fiction-s26wk525 days ago

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Dennis osservava la città dalla grande vetrata del suo ufficio. Era sera tardi, aveva concluso un affare da milioni di dollari.

Mentre terminava le ultime pratiche, arrivò un messaggio: «Ciao Dennis, sono Jenny, vorrei parlarti».

Il cuore di Dennis si fermò. Lui e Jenny erano stati fidanzati e il ricordo del loro ultimo incontro, quattro anni prima, lo colpì come un pugno allo stomaco:

Dennis era solo, circondato da report e previsioni trimestrali. Jenny entrò senza bussare.
«Possiamo parlare?» chiese, incerta.
Dennis era talmente concentrato sul lavoro che diede per scontato l'argomento. Così parlò dell'ultimo progetto in corso. Ma Jenny era silenziosa e non partecipava con la solita decisione e competenza. Poi, lei all'improvviso lo interruppe:
«Aspetto un bambino! Dennis, nostro figlio! »
Dennis per un momento pensò che scherzasse, ma il viso di lei era serio. Lui si limitò a dire:
«Non è il momento,» disse. «La mia carriera è in una fase cruciale.»
Jenny alzò la voce: «La tua carriera è sempre in una fase cruciale. E io? Noi?»
«Mi dispiace Jenny, avremmo dovuto parlarne prima non credi?»
«Ma non è stata una mia decisione, è accaduto, sono sorpresa quanto te credimi».
Dennis le si avvicinò e con molta dolcezza le disse: «Ti capisco, ma ora dobbiamo comportarci da adulti, non possiamo avere questo bambino adesso. Ti starò vicino amore mio, lo supereremo insieme»
Lei lo guardò inorridita. Dennis non dimenticò mai più quello sguardo.
«Non posso credere che tu sia così meschino, se non vuoi il bambino allora lo crescerò da sola» Jenny uscì di corsa. Dennis rimase lì, immobile.
Jenny lasciò il lavoro, poi smise di rispondere al telefono. Non si videro più.

Dennis non riusciva a concentrarsi, guardava ancora fuori dalla finestra. Erano passati quattro anni e la sua vita privata non era progredita molto. L'assenza di Jenny aveva lasciato un grande vuoto, e il pensiero continuo a quel bambino, a volte non lo lasciava dormire. Le giornate erano tutte uguali, sempre più lavoro, sempre più soldi che, a parte ristoranti e vestiti, non sapeva come spendere perchè era sempre in ufficio. Una volta cercò di rintracciare Jenny per sapere se avesse bisogno di qualcosa, ma lei aveva tagliato tutti i ponti.

Dennis decise di affrontare le sue paure e mandò un messaggio a Jenny per accettare l'incontro.

La domenica successiva, Dennis arrivò al ristorante concordato, era molto nervoso. Poi la vide entrare, bellissima, con l'aria un po' stanca, ma decisa. Quando Jenny superò alcuni tavoli, Dennis notò anche lui e i suoi piccoli passi, con la manina in quella di sua madre: loro figlio.

«Ciao Dennis, questo è Mark» Il bimbo gli sorrise, aveva i suoi occhi.

Tutti e tre si sedettero al tavolo e iniziarono a chiacchierare del più e del meno, poi il piccolo Mark si addormentò in braccio alla mamma.

«Dennis, ci ho pensato molto, non è giusto che Mark cresca senza il padre. Non sono qui a chiederti nulla, vorrei solo che voi due poteste condividere le vostre vite, che ne pensi?».

Dennis aveva le lacrime agli occhi. «Jenny, devo chiederti scusa»

«No Dennis, non ti preoccupare, anche io ho sbagliato ad andare via in quel modo e non ti ho più permesso di contattarci, ero molto arrabbiata, ma ora non lo sono più».

Dennis proseguì «Invece voglio chiederti scusa, per ciò che non ho fatto quattro anni fa per te e per il bambino, per noi».

«Lo capisco che eri spaventato e credimi non ho mai voluto sottovalutare l'impegno che ci metti nella tua carriera, sai che non sono una che da per scontato il lavoro».

Dennis la guardò: «Jenny, non era solo per il lavoro, non sono stato del tutto sincero, c'è qualcosa che non sai di me». Dennis fece un respiro profondo, per la prima volta stava per raccontare a qualcuno la sua ferita più grande:

«Dieci anni fa ero sposato e avevo una figlia. Una bambina meravigliosa, ma un giorno, tutto cambiò. Un incidente stradale. Una telefonata. Cercai di confortare mia moglie Elena come potevo, chiedemmo aiuto ad uno psicologo, ma un giorno lei si tolse la vita. Ero giovane e mi sono buttato sul lavoro per smettere di pensare. Poi sei arrivata tu, e il mio mondo si è fatto di nuovo felice e pensavo che il passato fosse ormai alle spalle. La notizia del bambino mi ha sconvolto, mi dispiace Jenny perdonami».

Jenny piangeva mentre stringeva il piccolo Mark al petto. Allungò una mano e strinse la mano di Dennis, avrebbe voluto consolarlo, abbracciarlo, dirgli quanto apprezzava la sua sincerità, ma dalla sua bocca uscì soltanto un filo di voce: Ti amo.


Invito a partecipare @pousinha @davidesimoncini @shohana1

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Después que Dennis, sufrió por lo sucedido con su familia, estaba afectado y penso que recuperaría.

Pero Jenny, fue una gran oportunidad para su vida.

Está bien emotiva la historia.

Saludos y mucho éxito.

Muchas Gracias!

Excellent post

You create a very powerful story, but in one place, it moved without showing how Jenny was connected. Aside from that, I like your story. Job done well.

The days were all the same: more and more work, more and more money, which, aside from restaurants and clothes, he didn't know how to spend because he was always at the office. Once he tried to contact Jenny to see if she needed anything, but she had cut off all contact.

Dennis decided to face his fears and texted Jenny to agree to the meeting.

The following Sunday, Dennis arrived at the agreed-upon restaurant, very nervous. Then he saw her enter, beautiful, looking a little tired, but determined. As Jenny passed a few tables, Dennis also noticed him and his small steps, his little hand in his mother's: their son.

Hi, thank you so much. At the beginning of the story, Dennis receives an unexpected text from Jenny. It's this text that Dennis responds to after the flashback. It was Jenny who couldn't be reached, but Dennis still works at the same place and hasn't changed his number, so I thought it would be easy for Jenny to get back in touch.

Yes, now I understood it. All the best.

@emmawalt, complimenti per la dedizione. Si tratta di un contest, giusto? Purtroppo su questo fronte è un momentaccio: periodo di pressochè inattività a causa dell'obbligo di studiare la riforma tributaria che purtroppo mi costringerà, al massimo entro gennaio 2027, a disfarmi della p. IVA. Sto dunque studiando con che sostituire tutte le mie attività in blocco. Senza ombra di dubbio dovrò passare ad autonoma senza p. IVA e in questo caso potrò al massimo iscrivere due attività (a causa del carico tributario che ne deriva) contro le 15 attuali. E devo scegliere bene. Quindi, studiare, studiare, studiare...

Sì ho notato che postavi di meno, ma ho pensato a te quando ho visto un contest per scrittori😊 Spero che tu possa risolvere al meglio con il tuo lavoro, buono studio!

Vediamo: ho tempo (teoricamente) fino a gennaio 2027 (il che nel mondo dell'imprenditoria è appena un soffio di venticello, come confermano i commercialisti online, anch'essi obbligati ad adeguarsi per non finire multati), ma è più probabile che mi debba disfare della p. IVA entro fine gennaio dell'anno prossimo (dato che secondo le regole di questo paese puoi correggere eventuali falle soltanto a gennaio e meglio sarebbe dunque risolvere prima che entrino in vigore le nuove infamie).