Chiudete i cancelli, arrivano i gatekeepers! - Close the gates, the gatekeepers are coming! [MULTILANGUAGE]

ENNESIMA MESSINSCENA?

Nelle scorse ore le cronache sportive dei giornali e delle trasmissioni televisive italiane sono state inondate dalle dichiarazioni del deputato Mauro Berruto a tema giustizia sportiva. Secondo l'ex C.T. della nazionale di pallavolo, ora alfiere in Parlamento del Partito Democratico, sarebbe giunto il momento di mettere mano alla giustizia sportiva, la quale, nello stato attuale, ha dimostrato una scarsa credibilità. Ecco le sue parole:

Credo sia inderogabilmente giunto il momento di normare un sistema che è sfuggito dalle mani e dagli obiettivi originari, usato con enorme spreco di tempo e risorse sempre più spesso come clava per demolire gli avversari delle governance federali, in fantomatici tribunali dove i giudici vengono scelti e nominati da chi dovrebbe essere giudicato. LINK

Berruto ha così comunicato di aver depositato richiesta formale di avvio di un'indagine parlamentare conoscitiva sulla giustizia sportiva. In essa sono stati indicati una ventina di nomi, scelti tra i protagonisti che con questo sistema hanno in qualche modo avuto a che fare ultimamente e che dovrebbero comparire in Parlamento per fornire la propria testimonianza.

_{Il Parlamento italiano, Quirinale.it, Attribution, via Wikimedia Commons}

La risposta del presidente della FIGC, Gabriele Gravina, è apparsa tanto immediata quanto esagerata nella sua veemenza. Il numero uno del calcio italiano, nel classico stile dei film a tema mafia degli anni '80, ha invitato Berruto a "fare i nomi" , se a conoscenza di qualcosa di irregolare, o a tacere in caso contrario.

Una scena degna del capolavoro di Brian De Palma, Gli Intoccabili, quando uno straordinario Robert De Niro, nei panni del boss Al Capone, viene immortalato ad urlare in faccia al poliziotto che lo ha appena fatto condannare una delle frasi più iconiche nella storia del cinema mondiale: "Sei solo chiacchiere e distintivo!"

Diverse le reazioni positive riscontrate tra i tifosi del pallone, soprattutto tra quelli della Juventus (unica vera squadra danneggiata dalle follie della giustizia sportiva negli ultimi vent'anni), e della stampa che non ha scelto di lasciar calare la solita scure oscurantista sulla vicenda.

Era ora, questo il pensiero più comune, che qualcuno chiedesse di mettere mano ad un sistema in cui alcuni (in realtà sempre gli stessi) vengono puniti per ogni starnuto fatto fuori dal fazzoletto e altri (di solito gli amici del cuore del presidente, o gli amici degli amici) costantemente perdonati, anche di fronte a fatti macroscopici ed incontrovertibili.

Non se ne può più, ad esempio, di vedere società danneggiate economicamente per decine di milioni a causa di presunte plusvalenze fittizie, mai dimostrate in alcun modo da perizie tecniche o dibattiti avvenuti in tribunale, e altre nemmeno sfiorate pur di fronte a fatti accertati dalle procure ordinarie.

Basta calciatori esposti al pubblico ludibrio per anni a causa delle scommesse e altri come Bastoni e Barella ignorati per lo stesso motivo, nonostante la medesima fonte delle accuse, Fabrizio Corona, evidentemente ritenuto credibile solo a targhe alterne. Per di più questi ultimi con la terribile presunta aggravante di aver puntato sui risultati della propria squadra.

Il sistema, che insegue l'unico obiettivo di evitare il fallimento della squadra di stato, costi quel che costi, si sta lentamente autodistruggendo, tanto da aver portato il calcio italiano a contare economicamente al momento meno persino di quello turco. Ben vengano quindi i Berruto e le iniziative come la sua, si dirà, volte a riportare un po' di credibilità all'intero movimento.

_{Alessandro Bastoni e Niccolò Barella, i due calciatori dell'Inter accusati da Fabrizio Corona di scommettere sui risultati della propria squadra. MichaelEmilio, CC BY 4.0, da Wikimedia Commons}

Già, peccato che a questo teatrino, tirato fuori dal nulla da uno dei più scarsi allenatori di pallavolo di sempre (non a caso, dopo aver vinto solo un paio di titoli minori in carriera, si è dato alla politica), risulti piuttosto difficile credere.

Innanzitutto occhio al personaggio: Mauro Berruto è un appassionato tifoso del Torino FC, e come tale più volte in passato si è spinto a parlare in toni non troppo lusinghieri della Juventus, vera ossessione di chi abita quella sponda del Po.

Quando Gleison Bremer si trasferì alla Juventus definì la Signora, in un'intervista rilasciata a Radio 24, come la "squadra più odiata dai tifosi del Torino", scegliendo un aggettivo che poco dovrebbe avere a che fare con chi si professa sportivo, ma che ben caratterizza il sentimento dominante in determinate tifoserie.

Nel 2023 si premurò di stigmatizzare senza "se" e senza "ma" una frase scherzosa pronunciata in un convegno dall'allora direttore sportivo bianconero, Cristiano Giuntoli, invitandolo a chiedere scusa per presunte espressioni sessiste, ma da responsabile dello sport del PD non ha mai pronunciato una parola, ad esempio, nei casi ben più gravi di razzismo visti ultimamente (Acerbi-Juan Jesus) o nella vicenda dell'infiltrazione mafiosa nelle curve di Inter e Milan.

_{Juan Jesus, ai tempi con la maglia dell'Inter. Football.ua, CC BY-SA 3.0 GFDL, da Wikimedia Commons}

Insomma, il classico tifosotto nato e cresciuto in un continuo complesso di inferiorità sportivo, capace sempre più spesso, specialmente negli ultimi tempi, di sfociare nell'astio e nel risentimento. Se pensate che stia esagerando e che il tifo calcistico non condizioni le azioni dei professionisti, vi invito a ricordare il nome del PM Ciro Santoriello, odiatore dichiarato del club bianconero e, guarda caso, responsabile dell'inchiesta Prisma capace di portare alla penalizzazione e ad un danno da circa cento milioni proprio alla società zebrata.

Oppure a rispolverare le dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ammise di aver tentato di diventare ministro dello sport soltanto per cercare di "affossare la Juventus".

Berruto ora vorrebbe farci credere di essersi eretto a paladino di quei club danneggiati dalla giustizia sportiva, tra i quali capofila (solitaria) è proprio la Juventus, chiedendo di far luce sulle storture viste negli anni: visti i precedenti, permettetemi di esserne quantomeno scettico e di considerare tutto questo come una grande distrazione di massa.

_{John Elkann, azionista di maggioranza, tramite Exor, della Juventus. Universitätsarchiv St.Gallen | HSGN 028/01930 | CC-BY-SA 4.0, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons}

Tuttavia, a differenza di molti guru o presunti tali che infestano il Web ad ogni latitudine, non pretendo di possedere la verità in tasca. Se la commissione Berruto dovesse, per la prima volta nella storia delle commissioni parlamentari in Italia, portare ad un miglioramento della situazione, sarò pronto a ricredermi e a fare pubblica ammenda.

Per il momento mi viene molto più facile pensare che a Gravina e soci, travolti dalle critiche anche per l'assurda riconferma di Chiné a capo della procura federale, servisse un poderoso gatekeeper, utile a calmare gli animi più bollenti e a dare l'illusione di come esista qualcuno impegnato nel provare a risolvere i problemi.

Qualcuno che, tuttavia, alla fine di tutto verosimilmente presenterà tanti risultati quanti i titoli vinti in carriera, ma avrà concesso ai vertici della federazione un altro paio d'anni di respiro.

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