CinePassaporto: il mondo in streaming (Ep. 1 - Parte II) - CinePassport: The World in Streaming (Ep. 1 - Part II)

EPISODIO 1 - MESSICO (PARTE II) |
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Secondo Tempo
Il terzo capitolo del film è "Tochtli l'esploratore".
Con un cappello e una tenuta da esploratore in testa, il piccolo protagonista si reca, ormai a tarda sera, dal padre, seduto pensieroso in giardino. Il consiglio di Paula, sparire per un po', in attesa che il nuovo governo ottenga le sue prime vittorie e diminuisca la pressione sulla criminalità, non può più aspettare per essere tradotto in realtà.
Yolcaut, Tochtli e il più fedele degli scagnozzi del boss, armati di passaporti falsi dell'Honduras, si spostano su un volo privato in Namibia. L'obiettivo è prendersi una vacanza, forzata dagli avvenimenti, ma anche cercare di accontentare il nuovo capriccio del ragazzino, che vuiole aggiungere al suo zoo privato un ippopotamo nano.
Accompagnati da una guida esperta locale, che corrompono con un bel gruzzolo di quattrini, i tre inizialmente girano a vuoto, ma poco prima di dover fare rientro in patria riescono a trovare finalmente un gruppo di ippopotami nani.
Arpingstone, Public domain, via Wikimedia Commons
Riescono a catturare una coppia, un maschio e una femmina, ma dopo averli già imbarcati sui container diretti verso il Messico, arriva la brutta notizia: gli animali sono gravemente ammalati e, con ogni probabilità, non sopravvivranno al viaggio.
Il piccolo Tochtli non ci sta. Urla, sbraita e cerca di convincere il padre che lui può prendersi cura degli animali e guarirli. Yolcault lo invita ad uscire, per non assistere alla scena dell'esecuzione degli ippopotami malati, ma il ragazzino non vuole sentire ragioni. E così, in una delle scene più cruente del film, il boss esasperato dai capricci del figlio, spara in testa ai due animali moribondi di fronte a lui, lasciandolo impietrito.
Questo avvenimento segna molto il protagonista, dando l'avvio al capitolo 4: "Tochtli il Samurai"
Quasi come a proteggersi dal dolore per la perdita degli ippopotami, il ragazzino comincia a vestirsi e comportarsi come un samurai giapponese, costringendo persino gli altri a chiamarlo con un altro nome, Usagi.
Usagi è vestito in abiti tradizionali, va in giro con la spada, con la quale si esercita tutti i giorni e comincia addirittura a mangiare pesce crudo. Dopo una lezione di grammatica, il ragazzo si stanca anche del maestro, al quale chiede di non tornare, mentre il rapporto con il padre, che cerca comunque di assecondarlo in tutti i modi, dopo l'episodio degli ippopotami è diventato piuttosto conflittuale
Ed è proprio il maestro a rendersi protagonista di un episodio che contribuirà al precipitare degli eventi, facendo uscire su un noto settimanale un lungo reportage sulla vita all'interno della villa del boss: "Fiesta en la Madriguera" (Festa nella tana), che è anche il titolo originale del film.
Yolcault va su tutte le furie perché, sebbene l'articolo si guardi bene dal fare i nomi dei protagonisti, accende un faro su di lui, la sua vita sfarzosa, i traffici loschi e i modi di fare dei narcotrafficanti. Toschtli, ora Usagi, domanda cosa il maestro abbia scritto su di lui, ma sorprendentemente scopre di non essere stato menzionato.
L'uomo ha voluto proteggerlo, escludendolo dal racconto, ma per il bambino, che non comprende e pensa di essere stato ignorato, è un duro colpo. Si riavvicina al padre e Cuazalotl, la nuova fidanzata, che lo accudisce in maniera amorevole, fino gradualmente ad abbandonare i panni del samurai e l'identità che si era creato.
E' ormai capodanno e nella reggia del boss viene organizzata una mega festa, anche per celebrare la fratellanza con un'altra banda di narcotrafficanti. Alla tavolata apparecchiata in giardino si mangia, si beve e si canta, sulle note della band ingaggiata appositamente per intrattenere gli ospiti.
La festa prosegue, tra balli, spari in aria e altri eccessi, quando finalmente arriva il pentolone con il tanto desiderato Pozol, cibo tipico messicano. Tochtli e la fidanzata del boss si dirigono in cucina per assaggiarlo, ma all'interno del contenitore scoprono un'amara sorpresa: la testa mozzata del governatore corrotto, che dietro il pagamento di laute tangenti garantiva la tranquillità di Yolcaut e della sua banda.
Un piatto di Pozol, https://www.flickr.com/photos/threepwolfe/, CC0, via Wikimedia Commons
Il bambino corre ad avvertire il padre, ma nello stesso momento i militari fanno irruzione nella villa, dando il via ad una vera e propria guerriglia. Cuazalotl allora prende Tochtli e lo conduce in un lungo corridoio sotterraneo che sbuca nella casa abitata dal bambino conosciuto di fronte al cancello e dalla sua famiglia, evidentemente anche loro a servizio del boss, come ultima via di fuga.
Il capofamiglia si occupa di Tochtli, lo carica in macchina e lo trasporta in un luogo sicuro. Mentre si allontana dalla sua prigione dorata, il bambino scorge le luci dei fuochi d'artificio, sparati in città per festeggiare il nuovo anno. E' un'immagine simbolica di speranza e rinascita perché subito dopo la scena si concentra sul capitolo finale: "Tochtli, lo Yankee".
Il ragazzo, viene ripreso esattamente un anno dopo la scena iniziale del film, di nuovo nel giorno del suo compleanno. Vive sereno con una coppia americana, che lo ha adottato, e con un fratellastro. In testa ha di nuovo dei lunghi capelli, contrasto netto con la pelata rigorosamente imposta dal padre per evitare i parassiti.
Apre i suoi regali, all'apparenza felice come un comune ragazzino della sua età. I nuovi genitori gli hanno regalato un altro copricapo, simbolo forse di un passato difficile da cancellare, e Il fratello, in contrasto con la vita nuova che lo aspetta, una palla da football.
I due escono in giardino a giocare, quando arriva un camion per consegnare un grosso regalo. Sono due ippopotami nani imbalsamati, spediti direttamente da Yocault, che seppure a distanza e a modo suo è riuscito ugualmente a mantenere la promessa. Avrà una vita nuova, ma non dovrà mai dimenticare chi è.
TITOLI DI CODA, APPLAUSI.
GIUDIZIO FINALE
Non so se questo sia il primo film messicano della mia vita, ma la pellicola è comunque riuscita a sorprendermi in modo favorevole. Nei primi minuti del film ho trovato coinvolgente la storia di Tochtli, ma ammetto che verso metà ho fatto a tratti fatica a comprendere dove gli sceneggiatori volessero andare a parare.
In particolar modo mi è sembrata piuttosto fuori luogo la divisione in capitoli, almeno fino a tre quarti del film, quando la drammaticità ha iniziato a crescere e ogni dettaglio sospeso ad allinearsi.
A lungo mi sono chiesto se quello a cui stavo assistendo fosse un filmaccio sconclusionato o un capolavoro, ma man mano che la fine si avvicinava il mio giudizio diventava più chiaro. Forse non un futuro Oscar, ma un film riuscito, profondo, riflessivo e criptico quanto basta per indurre lo spettatore a pensare sui significati delle scene, senza riuscire a confonderlo.
Voto finale: 8/10
Ci vediamo al prossimo viaggio nel mondo del cinema!
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Wow, @frafiomatale, what a deep dive into "Fiesta en la Madriguera"! Your "Cinepassaporto" series is off to an incredible start. The way you've broken down the film's complex narrative, especially Tochtli's journey through such contrasting worlds, is captivating. The samurai interlude and the symbolic ending with the hippos... brilliant analysis!
I appreciate your honest rating and how you acknowledged the initial confusion before the film's themes crystallized. This is the kind of insightful content that sparks discussions.
Anyone else seen this film or have thoughts on the symbolism of Tochtli's transformations? Let's hear them! Thanks for sharing this gem, @frafiomatale. Looking forward to the next cinematic journey.
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