Corona l'oracolo. Anzi, no! - Corona the oracle. Or rather, no! [MULTILANGUAGE]
Fabrizio Corona, Manuela Capitanucci from assisi,perugia, italy, CC BY-SA 2.0, da Wikimedia Commons

BONIFICO IN RITARDO? |
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🎤 Fabrizio Corona ha clamorosamente rivelato due nuovi nomi che, secondo quanto da lui riferito, sarebbero legati al caso calcioscommesse, quelli degli interisti Bastoni e Barella. Perché la procura sportiva, tanto celere in situazioni analoghe, non ha ancora aperto un'inchiesta? E perché Corona, tanto garantista con l'Inter in passato, ha improvvisamente cambiato atteggiamento?
Immagine Alessandro Bastoni, MichaelEmilio, CC BY 4.0, da Wikimedia Commons
Premessa doverosa: mi fido di quanto racconta Fabrizio Corona come di un anziano affetto da demenza senile con in mano i codici nucleari. Conoscendo i metodi utilizzati da questo personaggio e le mille castronerie raccontate in passato, assegno alle sue parole un credito inferiore allo zero. Ciò non toglie però che l'ultima vicenda da lui portata alla luce meriti ugualmente doverose riflessioni.
Secondo il "Re dei paparazzi", i due giocatori dell'Inter, Alessandro Bastoni e Nicolò Barella sarebbero coinvolti in un grande giro di scommesse, legate a Poker, casinò on line e sport vari, ma anche e soprattutto al mondo del calcio. LINK AL VIDEO
Un caso che ci riporta alla mente le vicende di Fagioli e Tonali, anche se teoricamente ancora più grave, dato che i due avrebbero (il condizionale è d'obbligo) puntato anche su partite della loro squadra e su provvedimenti disciplinari che li riguardavano in prima persona.
Nicolò Barella, MichaelEmilio, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons
In altre parole, secondo il racconto di Corona, i due alfieri nerazzurri scommettevano pesantemente su tutto, comprese le partite della loro squadra e, quando ormai in passivo di diversi milioni, vendevano a chi organizzava il tutto (la malavita organizzata) alcune puntate "certe", come le loro ammonizioni, che poi si procuravano volutamente sul campo.
Fatti che, se confermati, farebbero sembrare in confronto i vari Fagioli e Tonali alla stregua di due ragazzini beccati a trenta all'ora sul monopattino. Sul piano sportivo si parla di possibile illecito grave, con squalifiche minime di tre anni e addirittura possibile radiazione, ma le conseguenze sarebbero persino peggiori dal punto di vista penale, per l'eventuale reato di frode sportiva commesso.
Eppure le reazioni del mondo del calcio, rispetto al primo caso, sono state completamente diverse. Corona non è stato invitato in TV come la prima volta (lautamente pagato con soldi pubblici) per approfondire la questione, i grandi giornali hanno completamente ignorato la notizia e dalle parti del procuratore sportivo, Giuseppe "Peppino" Chiné, tutto tace.
Il Palazzo di Giustizia di Milano, Paolobon140, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
E in attesa di scoprire se la Procura di Milano abbia aperto un'indagine sulle parole di Corona (e su questo non dovrebbero esserci dubbi dato che, almeno in teoria, in Italia esiste ancora l'obbligatorietà dell'azione penale), scopriamo che un caso analogo è appena stato giudicato dai tribunali della FIGC, anche se con risvolti piuttosto curiosi.
Nella gara svolta a marzo 2024 tra Lazio e Udinese, il portiere della squadra friulana, Maduka Okoye, è stato ammonito per perdita di tempo. Un eccessivo volume di scommesse su questo evento aveva allertato l'Agenzia delle Dogane e Monopoli, che aveva segnalato la cosa, tra gli altri, anche alla procura federale.
Chiné però, quello dell'onere della prova a targhe alterne (con qualcuno a carico dell'imputato, con altri della procura), aveva sostenuto che non ci fossero prove di un illecito in tal senso e archiviato il caso, senza deferire il portiere nigeriano.
Una vista interna dello Stadio Olimpico, Lenovo Ventisette, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons
La vicenda tuttavia arriva alla Procura di Udine, che parla chiaramente di un accordo tra Okoye e il ristoratore Diego Giordano. Secondo gli inquirenti, appare "fuori di dubbio" che l'estremo difensore dell'Udinese abbia reso noto all'altro in anticipo della sua ammonizione volontaria e il presunto accordo sarebbe confermato proprio dalle ingenti cifre scommesse da Giordano (e dal titolare del punto Snai) solo su quell'evento.
Ma Chiné, costretto a riaprire il fascicolo dopo l'ennesima brutta figura, ha trovato un'altra volta la scappatoia perfetta, infliggendo ad Okoye solo due mesi di squalifica: per il procuratore federale infatti, non esisterebbero prove di un accordo, poiché il portiere aveva confidato all'amico di attraversare un periodo particolarmente difficile dal punto di vista personale e quindi di temere conseguenze negative anche sul campo.
Una confessione insomma, non un accordo. Ma quanto è credibile che una tale vaga confidenza abbia indotto Giordano a puntare oltre tremila euro sull'ammonizione del portiere? Buon per Okoye, che essendo rientrato nel ristretto club di chi non vede ricadere sulle sue spalle l'onere della prova, se l'è cavata con il minimo sindacale, ma male per l'intero calcio italiano che perde ancora una volta un altro pezzetto di credibilità.
Sandro Tonali, MichaelEmilio, CC BY 4.0, da Wikimedia Commons
A questo punto le squalifiche di Fagioli e Tonali appaiono decisamente sproporzionate rispetto all'effettiva gravità dei fatti (scommettevano sul calcio, ma non sulle partite della propria squadra o su eventi che li riguardavano personalmente), ed il caso Okoye e l'ostinata volontà di Chiné di ridurre tutto ai minimi termini lasciano aperto più di un dubbio.
Il procuratore federale è stato "convinto" da qualcuno a tenere la mano leggera? O non sarà che si è voluto creare un precedente soft, utile a fare da guida in vista dell'inevitabile apertura dell'indagine nei confronti di Barella e Bastoni, una sentenza dolce, da ammorbidire ancora di più in futuro, pescando tra ulteriori cavilli?
Un'ultima riflessione: ai tempi del primo filone d'indagine, quando Corona rivelò i nomi di Fagioli e Tonali, disse apertamente che erano coinvolti anche calciatori dell'Inter, ma che non li avrebbe mai resi noti in quanto appartenenti alla sua squadra del cuore.
Il presidente dell'Inter, Beppe Marotta. Moxmarco, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons
All'epoca, in maniera piuttosto strana (o forse no, visti i tempi che corrono), a nessuno interessò approfondire la questione. Oggi Corona espone in primis i nomi dei calciatori nerazzurri, cambiando il proprio mood in un sorprendente ed antitetico "Non guardiamo in faccia nessuno".
La domanda nasce spontanea: Corona in passato è stato pagato dall'Inter per tacere? E oggi, ha cambiato atteggiamento perché non ottiene più ciò che vuole? Quanto di tutto ciò ha a che fare con la malavita organizzata, che gravitava da tempo nell'ambiente interista?
Sarebbe un'altra vicenda da approfondire, per via dell'(ennesimo) eventuale illecito sportivo nerazzurro, ma proprio per questo, statene certi, anche questa volta non interverrà nessuno.
Noi ce ne andiamo, ma vedrete che razza di banditi arriveranno al nostro posto...
(Antonio Giraudo, ex AD della Juventus dopo la sentenza di Calciopoli)
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