I francesi che non ti aspetti
Foto di Baswerry da Pixabay - Free to use
IL TOUR DE FRANCE OMAGGIA L'ITALIA |
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Se esiste una cosa che non mi sarei mai aspettato di vedere da parte dei cugini francesi in campo sportivo, è un omaggio sentito e senza condizioni all'Italia, spesso acerrima rivale nelle varie discipline. Invece, nel periodo storico in cui viviamo, dove tutto e il contrario di tutto appare possibile, tra avvocati europei che forniscono pareri diametralmente opposti a precedenti sentenze e sceicchi vari che hanno preso pieno possesso del calcio, anche questo aspetto deve evidentemente essere riconsiderato.
Qualcuno sussurra che dietro a quanto sto per raccontarvi si nasconda in realtà il poco pubblicizzato Trattato del Quirinale, sottoscritto dai due presidenti, Mattarella e Macron, alcuni mesi orsono e il cui contenuto è ricco di omissis, ma che estenderebbe evidentemente un accordo di cooperazione tra i due Paesi anche sotto il punto di vista sportivo.
In questo caso è probabile che le caramelle offerte oggi all'Italia dovranno essere in futuro bilanciate con caviale e Champagne (di solito negli scambi tra i due Paesi a rimetterci non è mai la Francia), ma quello che mi preme analizzare in questo post è esclusivamente il lato sportivo della vicenda, e di conseguenza permettetemi una stretta attinenza ai fatti: nel 2024, il Tour de France comincerà la rincorsa alla maglia gialla con tre tappe interamente da percorrere sul suolo italiano, più una quarta che prenderà il via nel Belpaese per concludersi in Francia.
La notizia è apparsa subito piuttosto clamorosa, non tanto per lo sconfinamento della corsa gialla all'interno dei nostri confini, cosa avvenuta più volte in passato, soprattutto in Piemonte, ma perché nei 120 anni di storia dell'evento ciclistico più importante del mondo, i francesi non avevano mai preso in considerazione una partenza italiana, anche per la rivalità esistente con il Giro d'Italia.
In altre parole, così come nessuno si aspetterebbe un derby di Roma giocato a San Siro o il torneo di Wimbledon disputato sui campi del Roland Garros, l'idea di una Grand Boucle in partenza dai nostri confini veniva fino a poco tempo fa considerata fantascienza. Il Tour aveva percorso i chilometri iniziali di alcune passate edizioni in Olanda, Germania, Inghilterra, Spagna, Belgio e persino Danimarca, ma di fronte all'eventualità italiana erano sempre state opposte decise resistenze.
Invece, non solo tra due anni il nostro Paese potrà ospitare questo evento storico, ma la corsa omaggerà anche diversi corridori azzurri capaci di mettersi particolarmente in luce nelle varie edizioni del Tour de France. Le Grand Départ 2024 si terrà pertanto a Firenze il 29 giugno, per concludersi a Rimini dopo 205 chilometri già costellati da alcune difficoltà altimetriche, come da tradizione delle corse italiane, e per l'occasione verranno ricordati Gino Bartali, nonché il centenario del successo del nostro Ottavio Bottecchia, che nel 1924 regolò il lussemburghese Nicolas Frantz e il belga Lucien Buysse.
Il giorno dopo coinciderà forse il momento più atteso dagli amanti delle due ruote leggere, perché nella frazione che da Cesenatico porterà il gruppo a Bologna si dedicherà la giornata a Marco Pantani, trionfatore dell'edizione davanti al tedesco Jan Ullrich. Anche in questo caso, in memoria delle imprese del Pirata, sono previsti diversi i colli da scalare, tra i quali l'impegnativa salita di San Luca, nei pressi del capoluogo emiliano.
Fausto Coppi (a destra) e Gino Bartali, immagine di pubblico dominio
Lunedì 1 luglio sarà poi il giorno dedicato al campionissimo, Fausto Coppi, e quale tappa più di quella studiata con partenza da Piacenza e arrivo nella sua Torino potrebbe omaggiare uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, vincitore del Tour de France 1949 e 1952? La Grand Boucle percorrerà poi gli ultimi chilometri sul suolo italiano il giorno successivo, quando la frazione in partenza da Pinerolo supererà i confini di Stato per ritornare in patria.
Al di là del prestigio e dell'aspetto sportivo, è stato calcolato che il passaggio della corsa francese porterà per le strade nostrane quasi due milioni di persone, con evidente ricaduta positiva a livello economico per il turismo e in particolar modo per alberghi, ristoranti ed altre attività commerciali in genere, in un giro d'affari che potrebbe superare i cento milioni.
L'Italia non vince la più importante corsa a tappe del mondo dal 2014, quando la maglia gialla per le strade di Parigi venne portata dal siciliano Vincenzo Nibali, e chissà che l'occasione di una partenza dalle nostre terre non si riveli occasione per tornare a recitare la parte dei protagonisti anche in sella alle biciclette da corsa.
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Bartali di Paolo Conte diceva tutto... 😎
Gli anni del Tour de France in cui i corridori venivano suddivisi per squadre nazionali... E in cui spesso vincevano gli italiani!