La storia che l’UEFA non voleva raccontarti - The story UEFA never wanted you to know

in Italy5 days ago (edited)

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Immagine di sfondo, la prima Coppa dei Campioni. L'Equipe, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
A sinistra, Alfredo Di Stefano. SconosciutoUnknown author (Copyrighted by Editorial Atlántida), Public domain, da Wikimedia Commons
Al centro, Cristiano Ronaldo. Fotografías Archimadrid.es, CC BY-SA 2.0, da Wikimedia Commons
A destra, Santiago Bernabeu. See page for author, Public domain, via Wikimedia Commons

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Dicembre 1954. A Parigi fa freddo, ma nella redazione de L’Équipe sta per scoppiare un incendio. Un vecchio giornale inglese, un titolo arrogante e l’orgoglio ferito di un giornalista visionario: bastano questi elementi per dar vita alla più grande competizione calcistica del mondo.

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Una mattina come altre, nel freddo dicembre parigino del 1954, il giornalista Gabriel Hanot si sta per recare alla redazione del giornale "L'Equipe", presso la quale lavora ormai da diversi anni. Sotto braccio, porta ancora una copia del Daily Mail, presa nell'albergo inglese in cui ha soggiornato per seguire le ultime amichevoli internazionali.

Risponde cortesemente ai saluti, ricambia gli auguri di Natale e, come sempre, spende tempo di qualità con chi chiede delle sue impressioni calcistiche In particolare viene interrogato sulle partite del Wolverhampton, alle quali ha assistito negli ultimi tempi per conto del giornale.

Una volta giunto alla scrivania però si trasforma, rivelando tutto il nervosismo covato in quelle ore. Sbatte con forza il giornale sul tavolo e lo mostra alle persone introno a lui. Il titolo di un articolo scritto dal collega britannico, David Wynne-Morgan è piuttosto eloquente: "I Wolves sono Campioni del Mondo!"

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Il Molineux Stadium. John Nickolls / Wolverhampton Wanderers Football Club

Il giornale riporta la notizia dell'ultima vittoria ottenuta dalla squadra campione d'Inghilterra in una serie di amichevoli internazionali, giocate tutte presso il locale Molineux Stadium. A cadere sotto i colpi del Wolverhampton è toccato per ultimo alle stelle ungheresi dell'Honvéd Budapest, ma pochi giorni prima la stessa sorte era stata vissuta anche dal Real Madrid e dallo Spartak Mosca.

Hanot non sopporta la tracotanza che proviene da Oltremanica e nell'editoriale di quel giorno ci va giù senza giri di parole:

Non potete proclamarvi campioni del mondo giocando sempre in casa vostra, con arbitri di casa e senza concedere agli avversari anche una sfida di ritorno. No, i Wolves non sono campioni del mondo. Per esserlo servirebbe un vero torneo tra i migliori club europei.

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Gabriel Hanot. Le Miroir des sports, Public domain, da Wikimedia Commons

E' la scintilla iniziale di una competizione, destinata a diventare leggendaria. Già dal giorno dopo, Hanot e il suo amico Jacques de Ryswick (redattore capo de L’Equipe) mettono giù, all'interno di uno sgangherato quaderno di appunti, la prima bozza di regolamento di un nuovo torneo al quale avrebbero dovuto partecipare i campioni nazionali di sedici federazioni europee.

La formula prevedeva turni ad eliminazione diretta con partite di andata e ritorno, arbitrate da un direttore di gara neutrale. Una competizione studiata per essere allo stesso tempo prestigiosa, ma non eccessivamente lunga, in modo da non intralciare troppo i vari campionati nazionali.

I due iniziano a telefonare ai club per raccogliere i primi pareri e, con grande sorpresa, quasi tutti sembrano entusiasti. Con l'appoggio di colossi come Milan, Real Madrid, Anderlecht, Partizan Belgrado e Rapid Vienna, la proposta finisce direttamente sul tavolo della neonata UEFA, che tuttavia la boccia senza pensarci troppo.

Le motivazioni, nonostante si parli di avvenimenti vecchi di settant'anni, ricordano quelle che hanno recentemente impedito la nascita del progetto Super League: timore della concorrenza, da parte di un ente privato, e veto delle varie federazioni nazionali all'uso dei "propri" calciatori.

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Hanot è deluso, ma non demorde e scavalca l'UEFA, convocando direttamente a Parigi i delegati dei club. E' il 3 aprile 1955 e quel giorno diventerà il più importante per la nascita della prima edizione di quella che viene attualmente conosciuta con il nome di Champions League.

L'accordo diventa definitivo, tanto che tocca alla FIFA intervenire, timorosa che un eventuale successo possa portare la nuova competizione a sfuggirle per sempre di mano ed essere gestita da privati. Una telefonata piuttosto brusca imporne all'UEFA l'immediato riconoscimento della coppa, e da Nyon sono costretti a programmare ufficialmente il fischio di inizio della prima Coppa dei Campioni della storia.

Per l'edizione inaugurale, le varie federazioni ricevono il permesso di inviare la squadra più rappresentativa del proprio movimento, anche se non vincitrice del campionato. I campioni nazionali sono così solo nove su sedici partecipanti, ma i nomi rimangono ugualmente di grande prestigio.

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Il Milan, squadra italiana invitata alla manifestazione. Le Miroir des sports, Public domain, da Wikimedia Commons

Gli organizzatori compongono il quadro degli ottavi di finale e fissano l'appuntamento al 4 settembre, quando allo stadio José Alvalade di Lisbona è in programma la prima sfida della storia, tra i padroni di casa dello Sporting e gli jugoslavi del Partizan di Belgrado.

Volete sapere come andarono le cose in quella prima storica edizione? L'appuntamento è per la settimana prossima!

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