Il Potere del distacco emotivo: come diventare un osservatore esterno (by @kork75)
Ti è mai capitato di sentirti sopraffatto dalle emozioni nel bel mezzo di una discussione o quando il mondo sembra crollarti addosso? Tranquillo, è un'esperienza comune anche per le persone più equilibrate. Esiste però una strategia che affonda le sue radici nella filosofia stoica, da pensatori come Seneca ai moderni guru del transurging su Instagram: il distacco emotivo. Analizziamo questo "Distacco Emotivo", ovvero quell'abilità preziosa per chi, come me in certi momenti, desidererebbe smettere di trasformarsi in Hulk a ogni contrarietà.
Ma cos'è esattamente? È la sottile arte di non farsi trascinare nel vortice delle emozioni, permettendoti di fermarti un istante prima di scagliare il telefono contro il muro o di rispondere a qualcuno con la delicatezza di una granata ("Sei un/una..."). Queste situazioni si presentano a chiunque: a casa, al lavoro, in coda al supermercato o all'ufficio postale (specialmente lì), ma inveire raramente ha risolto qualcosa, se non farti apparire come un personaggio dei cartoni animati infuriato. Ti ricorda forse il gatto Torakiki di Hello Spank? Un impulsivo, che si arrabbiava facilmente, diventava irascibile e spesso le sue reazioni erano esagerate e comiche. Il metodo dell'osservatore esterno si concentra sull'osservare gli eventi senza reagire impulsivamente. Ti trovi nel mezzo di una discussione e senti la rabbia montare dentro di te? Ottimo. Non fare nulla. Siediti (mentalmente) su una poltrona immaginaria, prendi dei popcorn e guarda la scena come se fosse una soap opera. Anticipazione: anche tu fai parte del cast. Ora arriva la parte più impegnativa: analizza i tuoi pensieri. Chiediti: "Questa rabbia mi sta avvicinando ai miei obiettivi... o mi sta conducendo verso un esaurimento nervoso?". È un po' come scegliere tra "invia" e "salva come bozza" dopo aver scritto un'email di getto. In pochi istanti, sei chiamato a distinguere i fatti dalle tue interpretazioni. Ad esempio, un collega ti ha detto con tono acceso: "Sei impossibile... fai sempre di testa tua e sbagli!". Bene, questo è un fatto. Che tu pensi che lui intendesse dire "sei un idiota"... ecco, questa è una tua interpretazione, influenzata dall'irrazionalità del momento e alimentata dalla tensione del confronto. In questa fase, ogni parola sbagliata e impulsiva può innescare una reazione a catena. Rapidamente, cerca di ignorare l'attacco, fingi che sia accaduto a qualcun altro. Sì, so che la frase era rivolta a te, ma prova a immaginare che non lo fosse, è un esercizio surreale, lo capisco. A quel punto, dai un consiglio come se fosse una tua amica a raccontarti tutto tra una tisana e un lamento: "Fregatene!". Sorprendentemente, scoprirai quanto sei saggio quando non sei tu il protagonista del dramma. un timore comune: "Se non reagisco d'impulso, non sentirò più nulla e passerò per ingenuo!". Tranquillo, l'obiettivo non è trasformarti in Spock. Non si tratta di sopprimere le emozioni, bensì di non farsi travolgere passivamente come un tappeto durante una tempesta. Sentire è umano, ma farlo con "classe" è un'abilità. Puoi permetterti di piangere, ma poi raccogli i pensieri. Puoi anche sbottare, ma concediti almeno dieci secondi (o più) per riflettere. In sintesi, il distacco emotivo non è un'evasione dalle emozioni, ma un'osservazione interiore condotta con un pizzico di ironia e una buona dose di autocontrollo. La prossima volta che la rabbia si farà sentire, aprile pure la porta... ma con calma. E magari offrile un caffè, ascoltando cosa ha da dire prima di rispondere di getto. Immagina questa situazione: il tuo capo ti critica aspramente durante una riunione, usando un tono accusatorio e alzando la voce. La tua prima reazione potrebbe essere quella di difenderti immediatamente, magari con un tono altrettanto acceso, alimentando un inutile scontro. Applicando il distacco emotivo, potresti:
- Osservare la tua reazione interna: senti la rabbia, la frustrazione, forse anche l'umiliazione.
- Non reagire immediatamente: invece di interrompere o rispondere d'impulso, prenditi un momento (mentalmente, i famosi dieci secondi o più).
- Analizzare i fatti dalle interpretazioni: il fatto è che il tuo capo ha espresso una critica con un tono sgarbato. La tua interpretazione potrebbe essere che ti stia attaccando personalmente o sminuendo il tuo lavoro.
- Scegliere una risposta ponderata: dopo aver calmato la tua reazione emotiva, puoi rispondere in modo costruttivo ed elegante. Potresti dire, con un tono pacato ma fermo: "Capisco il suo punto di vista. Tuttavia, vorrei capire meglio quali aspetti specifici del mio lavoro non l'hanno soddisfatta, in modo da poter migliorare. Potremmo discuterne più nel dettaglio dopo la riunione, quando avremo entrambi più tempo?".
In questo modo, non hai negato la tua emozione (probabilmente ti sei sentito ferito o arrabbiato), ma non ti sei lasciato sopraffare. Hai scelto di rispondere con calma, focalizzandoti sulla sostanza della critica e proponendo una soluzione costruttiva. Questa è una risposta "di classe": ferma, rispettosa e orientata alla risoluzione, invece che allo scontro.
Fonti e approfondimenti
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Come si pratica il distacco emotivo(https://stoiclife.it/domande-risposte/come-si-pratica-il-distacco-emotivo/)
L’Osservatore Imparziale: L’Esercizio Stoico del Distacco(https://stoiclife.it/losservatore-imparziale-lesercizio-stoico-del-distacco/)
Imparare il Distacco Emotivo: Lezioni di Stoicismo(https://www.jessicazecchini.it/articoli/imparare-il-distacco-emotivo-lezioni-di-stoicismo/)
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