Smartphone vs Cervello: chi vince? / Smartphones vs. Brain: Who Wins? [MULTILANGUAGE]


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Ciao a tutti amici e amiche di Italy e di Steemit.
Vi capita mai di leggere qualcosa che non solo è interessante ma vi fa vedere le cose sotto la luce giusta?
A me è successo leggendo un articolo su il Post, (link), che parla della cosiddetta “società post-alfabetizzata”.
Un termine che mi fa venire in mente qualcosa di apocalittico o distopico. Comunque poco piacevole.
È la teoria secondo cui staremmo lentamente tornando analfabeti, non perché non sappiamo leggere e scrivere, ma perché non lo facciamo più o lo facciamo sempre meno.
Insomma, secondo l'articolo leggiamo sempre meno e pensiamo sempre più in fretta e, senza accorgercene, stiamo perdendo l’abitudine alla riflessione.
Internet, gli smartphone e i video brevi ci hanno abituati a contenuti lampo e, piano piano, ci stanno togliendo la capacità di concentrarci, analizzare, dubitare.
Stiamo perdendo la capacità di concentrazione, ragionamento e analisi che la lettura di testi lunghi richiedeva.
Nell’articolo si fa riferimento al fatto che fino a qualche decennio fa era la televisione a condizionare il nostro tempo. Ma almeno lo faceva per qualche ora al giorno.
Oggi invece lo smartphone ci accompagna ovunque, riempiendo ogni pausa, ogni momento di silenzio, ogni spazio di noia.
Non abbiamo più tempo per pensare, perché ogni secondo libero viene risucchiato da uno schermo.
Quello che trattiamo soprattutto come un problema culturale, secondo me, andrebbe visto anche come un problema politico.
Un popolo che non legge e non si informa davvero è un popolo più facile da manipolare.
E a chi fa comodo un popolo che ormai non alza più lo sguardo da uno schermo?
Ci facciamo distrarre da un flusso continuo di informazioni, notizie contrastanti, opinioni urlate ovunque, e facciamo sempre più fatica a distinguere il vero dal falso, la libertà di pensiero dal caos delle opinioni.
E in questo caos, la gente si stanca di pensare e smette di cercare la verità.
Nel frattempo spuntano “guru” di ogni tipo, pronti a negare la scienza e a vendere verità facili.
E la massa li segue, perché è più comodo credere a chi rassicura, piuttosto che farsi domande scomode.
Siamo diventati una società dove la scienza viene percepita come “una delle opinioni possibili”, e dove il dubbio razionale è stato sostituito dal sospetto paranoico.
Eppure, qualcosa si muove.
Le manifestazioni spontanee nelle piazze di tutto il mondo in questi ultimi giorni, per protestare contro le ingiustizie su Gaza, mi hanno riacceso la speranza.
Forse, finalmente abbiamo capito che c’è un limite oltre il quale nemmeno i potenti possono andare.
Non so come andrà a finire, però so che questa disubbidienza pacifica globale significa sicuramente qualcosa. Magari è un inizio.
Perché quando le coscienze si risvegliano… diventa contagioso.
Non so se cambieremo il mondo, ma possiamo almeno tenere accesa la nostra mente.
Meno leggiamo e meno pensiamo e questo apre la strada a populismi, disinformazione, perdita di spirito critico e controllo.
Vi rendete conto che leggere può diventare un atto di resistenza!?
Allora che aspettiamo, siamo ancora in tempo... torniamo liberi!
Grazie per aver letto il mio post.
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Già il cittadino medio non leggeva più da prima ancora che impazzassero gli smartphone. Una decina di anni fa non erano altrettanto diffusi (tra l'altro, non contavano nemmeno sulle miriadi di funzioni odierne). Ma il motivo della perdita dell'abitudine di leggere era dovuto ai turni massacranti sul lavoro. I doppi turni e forse soprattutto gli straordinari, che fino agli anni novanta erano l'eccezione, hanno finito per diventare la regola qua e là. Per forza di cose, dati i tagli al personale sia nel pubblico che nel privato. Nel privato, ciononostante, non si può sempre biasimare l'imprenditore: la colpa è del fisco (italiano e di paesi dal sistema fiscale somigliante) e lo sappiamo. Ma anche senza la paturnia di cui sopra, nemmeno gli impiegati a orario standard ce la fanno, dato che la regola comune è spedirti a lavorare a distanze vergognose. E qui, da solita sospettosa, sto nel dubbio che pure questa pratica non sia studiata a tavolino appunto per impedire ai lavoratori il tempo libero per leggere (o più che il tempo libero, impedirgli che gli resti un briciolo di forza per non buttarsi subito a nanna dopo cena a botta di sfinimento). Possibile che a non uno di numero venga proposto un impiego nella sua stessa città? Possibile che i centri per l'impiego riescano a sbolognare ogni iscritto soltanto fuori città o peggio, fuori regione? Sarò la solita sospettosa, ma a parte la questione operai in fabbrica (per forza di cose: le fabbriche non sono presenti città per città e in ogni caso mai o quasi mai in centro, ma soltanto nelle apposite zone industriali), mi puzza di bruciato. Se mi sbaglio, correggete pure. Quantomeno, pressochè tutte le mie conoscenze nella ridente Padania erano così conciati. Tornavano a casa dal lavoro (spesso a decine di chilometri da casa, comunque minimo mezz'ora di macchina) con la schiena spaccata e non vedevano l'ora di cacciarsi nel letto. Avevo allora capito che per leggere si fa necessario approfittare al massimo del periodo in cui si va a scuola e i genitori ti allacciano pure le scarpe. Di non trascurare nessuna delle letture proposte per le ferie, anche se queste letture non faranno mai parte di verifiche. E di approfondire quanto di interessante si trova nelle antologie. Si diceva (pure ai miei tempi, che vergogna) e si continua a dire che le scuole diverse dai licei massicci (che allora erano solo il classico e lo scientifico) e dagli istituti tecnici fossero farlocche: peccato che proprio in queste scuole farlocche imparavi (a patto di non figurare tra gli studenti lavativi) a divorare sette classici della letteratura ogni santo anno. Peccato che proprio in queste scuole farlocche, oltre alle numerose letture, se non ti applicavi per ore ogni santo pomeriggio (il che significava mangiare pane e libri) finivi sotto di questa e quella materia, rischiando bocciature. Ma oggi come oggi, la mia migliore amica mi ha passato la splendida notizia che oramai non si boccia nemmeno più (già era grave ai miei tempi che non si bocciava più per questioni di condotta e sinceramente prenderei a calci sul didietro😂 l'infame che a suo tempo portò avanti tale deplorevole iniziativa). Ottimo incentivo per alimentare fannullanza e poltronanza.
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È vero, questo problema della lettura esiste da tempo, dobbiamo ringraziare i ritmi di vita sempre più stressanti, e l'arrivo degli smartphone ha solo peggiorato la situazione.
Ormai è difficile trovare momenti di vera calma per leggere o anche solo pensare un po’ in pace.
Tra sistema di vita frenetico e tecnologia onnipresente, la nostra mente è sempre più disabituata alla concentrazione. 😫😉
Eppure gli smartphone dovrebbero favorire la lettura! Mentre un tempo ci toccava spendere fior di quattrini per comprare la nostra letteratura preferita e quella che ci assegnavano alle medie e secondarie, grazie agli smartphone e a kindle (Amazon permette di scaricare gratis la versione web e per dispositivi android e ios) possiamo rifornirci di letture gratis e legalmente. Non soltanto se ne trovano su Amazon, ma pure su Project Gutenberg e LiberLiber (in questo caso solo in italiano, mentre su Project Gutenberg ci ho trovato tutto il ciclo di Piccole donne, fino a I ragazzi di Jo di zia Louisa😂 ovviamente in lingua originale). Con il vantaggio di poter leggere pure nel grande schermo. Un tempo, in mancanza di quattrini, si doveva scarpinare fino in biblioteca, attività sommamente impensabile per un adulto lavoratore del terzo millennio, dati i turni di lavoro massacranti. Se si fa impossibile leggere a casa, figuriamoci il recarsi in una biblioteca! Secondo mia come al solito (im)modesta opinione (scusa la franchezza: non vuole affatto essere una critica al tuo punto di vista), la tecnologia favorisce la crescita culturale anzichè peggiorare la situazione. Perchè per quanto sfatto e sfinito il cittadino medio, può comunque e sempre leggere sotto le coperte (anzichè postare selfie su finstagram e cugggini😂😂😂😂), dato che la migliore letteratura è oggi a portata di click. Giusto ieri mi sono letta un bel riassunto della Fosca di Iginio Ugo Tarchetti trovato su Wikipedia (ok, da insegnante non dovrei nemmeno nominarla perchè non certo santa di devozione nel mondo accademico, ma come al solito agisco fuori degli schemi e se una scheda non mi puzza di bruciato non la scarto a priori). La Fosca è menzionata nel mio ultimo e-book Amazon, comprato proprio ieri grazie a un vecchio buono guadagnato oltre 10 anni fa da un portale di sondaggi e non ancora scaduto e m'era nata allora la curiosità di saperne di più. Se non ricordo male, Iginio Ugo Tarchetti faceva parte del programma del mio caro vecchio istituto magistrale (la Fosca è infatti un classico della letteratura e come tale dovrebbe fare parte del curriculum di una scuola che propone forti basi umanistiche).
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Certo oggi possiamo leggere qualsiasi cosa addirittura sul cell. ma il problema è che la maggior parte delle persone preferisce sprecare ql po' di tempo libero che gli rimane su facebook e compagnia bella.
Perché perdere tempo a migliorarsi? 🤪
Perchè durar fatica è faticoso, mentre con il buongiornismo non si fatica per nulla😂😂😂😂
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😂🤣
Mammamia quanto sono sovversiva ahahahaha!
Sono una di quelle persone appassionate alla lettura da sempre, prima e dopo internet non è cambiato niente per me.
Purtroppo in pochi capiscono il reale pericolo di una popolazione analfabeta, anzi tutti si sentono più moderni e preparati perchè on line in pochissimo tempo si trovano tutte le informazioni che vogliamo, ma poi sappiamo capirle e interpretarle tutte queste nozioni?
Però per la classe politica un popolo ignorante è il massimo della fortuna!
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È questo il problema, che alla politica fa comodo. Soprattutto perché anche la classe politica degli ultimi 20 anni non è all'altezza del ruolo.
Il tempo dei dibattiti politici dove non ci si urlava contro slogan e ci si portava rispetto, almeno quel minimo sindacale, sono finiti.
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