Si potrebbe dire, bile a parte: abbiamo voluto la bicicletta? E mo pedaliamo. Certo che in assenza di insaziabilità umana non s'avrebbe neppure burocrazia o quantomeno non s'avrebbe asfissiante. Cinquemila santi anni fa, quando (per lo meno negli accampamenti ebraici) si viveva pressochè di agricoltura e pastorizia (qualcuno pure di artigianato), le rogne erano poche e niente. Ma le abbiamo volute, le industrie? Evvai con le quattro pareti più grigie del fumo di un treno e i conseguenti acciacchi. Ma chi mai crepava di diabete cinquemila anni fa? Abbiamo voluto la tecnologia moderna e le IA? Benvenuta tecnocrazia. Quando i cari vecchietti emigravano negli USA, in Argentina e in Australia, il governo si scordava di loro (ok, v'era pure l'inconveniente di chi commetteva la boiata di partire ai pochi giorni o settimane dal proprio matrimonio e una volta giunto a terra che fa scordare, si scordava appunto della famiglia lasciata in Italia, si risposava con una donna locale e governo e fisco italiani non venivano mai a sapere che Pinco Pallo era bigamo. Ora se non ti iscrivi all'AIRE rischi la doppia imposizione fiscale e spesso e (mal) volentieri non basta neppure l'apposita iscrizione. Provati a emigrare abbandonando una vecchia moto sia pure in via di rottamazione che il fisco italiano ti fa un didietro a capanna. Ma in generale neppure altrove se la passano di lusso. Perfino nella civilissima Islanda, senza il kennitala non puoi lavorare nemmeno se piangi in sanscrito e si dice che per ottenerlo, il kennitala, non bastino neppure le dodici fatiche di Asterix...stendere un velo pietoso.