Sembra un pensiero banale, ma la capacità di astrarsi dal proprio contesto è fondamentale per comprendere il proprio contesto.
La conoscenza occidentale (razionale, filosofico-scientifica) comprende il mondo attraverso una "mappatura simbolica" e questa è l'acqua in cui nuotiamo: se chiediamo ad uno scienziato cos'è l'acqua in cui nuotiamo, lo scienziato non sa rispondere e se risponde lo fa in modo errato, perché risponde attraverso un'ulteriore mappatura, ma così come non possiamo sapere cos'è l'acqua attraverso l'acqua non possiamo sapere cos'è la nostra capacità simbolica attraverso la pratica simbolica. L'astrazione non è possibile perché non puoi astrarti dalla tua pratica di astrazione. Quel che ti rimane da accettare è questa impossibilità: è questa l'acqua in cui nuotiamo.
Ma tu non sei interessato a questo aspetto e il tuo post diventa un discorso su ciò che diamo per scontato, cioè: sono talmente abituato ad avere il mio orologio che solo quando mi manca riesco a comprendere la sua utilità... oppure guardiamo le persone che non hanno la nostra fortuna così possiamo apprezzare la nostra fortuna... io penso che la nostra fortuna sia oggi la nostra sfortuna e che dobbiamo invece rimettere in gioco (rimescolare) il significato di fortuna e sfortuna, utile e inutile, il significato di ogni oggetto che fa la nostra fortuna e sfortuna.
Mi fa pensare (vado a memoria e non ricordo più la fonte) a un antropologo che aveva studiato per molti mesi una popolazione tribale che viveva in modo primitivo. Dopo questo periodo di studio, per ringraziarli, aveva convinto un amico produttore di trattori a regalare qualche macchina alla tribù, ne uscì un dialogo che più o meno poteva essere questo:
- vorrei regalarvi dei trattori per ringraziarvi dell'aiuto che mi avete dato per la mia ricerca;
- cos'è un trattore?
- un trattore è una macchina che vi permette di fare in un'ora quello che fate in otto ore nel vostro lavoro sui campi.
- e perché mai dovremmo fare in un'ora quello che facciamo in otto?
- così avrete del tempo libero per voi, per fare quello che più vi va di fare...
- ok grazie per l'offerta, abbiamo capito a cose serve il trattore, ma noi siamo contadini e questa macchina non ci serve.
Bellissimo il dialogo dell’antropologo.