La parte più sana 🇮🇹🇬🇧

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Il Boss di casa a Cuba ha 67 anni, e' in pensione, felicemente sposato e con una figlia all'exterior che da' fattivamente una mano, quando puo' e come puo'.
Nel portal con la moglie ha messo su una tiendita che vende un po' di tutto, alimentari ma non solo.
In garage una Moscovich acquistata da poco grazie alla figlia e al genero.
"Io sono cubano dalla testa ai piedi, sono nato in questo paese e moriro' in questo paese, vada come vada."
Questo in linea generale il suo pensiero.

Intanto ha imparato a usare internet e a muoversi con la tecnologia che ora e' arrivata anche sull'isola.
E' incazzato perche', lui fedele al Partido, si ritrova con 2300 pesos di pensione dopo 40 anni di lavoro, e ha lavorato, questo ve lo posso testimoniare io.
Lavoro fra l'altro pieno di responsabilita'.
Ogni tanto lo chiamo "Jefe de la Vanguardia" perche' questo era, mi risponde "si dell'avanguardia di prima, non di quella attuale".

Come lui ce ne sono tanti, orgogliosamente cubani, consapevoli di vivere in un paese che e' una anomalia, fedeli a cio' che sono stati ma incazzati perche' ritengono, dopo una vita di lavoro, di essere stati truffati dallo stato che gli elargisce una pensione con la quale non arrivi ad acquistare un cartone di uova.
Sarei incazzato anche io come una bestia.

Pero' non se ne vanno, anche potendo, non se ne vogliono andare, al limite una visita ai figli in qualche paese, qualche mese poi la voglia di tornare diventa insopportabile.
E' la Cuba di chi ci ha creduto fino in fondo, di chi venera Fidel che, come ho letto in un articolo, ha smesso di parlare loro quando ancora avevano bisogno di sentirlo.
Comunisti lo sono stati, forse nel profondo del cuore lo saranno sempre, devono far convivere cio' che resta di quella fede con la realta' complicata in cui ogni giorno si dibattono.

E' gente che ha saputo cavarsela nai momenti piu' bui del paese, durante il periodo especial quando non c'era nulla ma proprio nulla, si sono inventati imbianchini, idraulici, meccanici, carpentieri, qualunque cosa c'era da fare la facevano, tentavano di farla.
In casa del Boss l'unico tecnico che ho visto e' quello che ha riparato il frigorifero, qualunque altro tipo di lavoro lo fa lui, che sia dipingere un muro o aggiustare una radiolina.

E' la parte piu' bella e piu' sana di quel paese, la memoria di un tentativo storico meraviglioso ma difficilisiimo, in cui qualcosa ha funzionato ma molte cose avrebbero potuto andare meglio.
Poi certo...el bloqueo e tutto il resto.
Gente nata in un altro mondo ma sbarcata in quello attuale, per alcuni versi piu' complicato, per altri piu' semplice, gente che merita una vita migliore e ancora qualche sogno da realizzare.
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THE HEALTHIEST PART

The Boss of the house in Cuba is 67 years old, retired, happily married and with a daughter on the outside who actively lends a hand, when and how she can.
In the portal with his wife he has set up a tiendita that sells a bit of everything, groceries but not only.
In the garage a Moscovich recently purchased thanks to his daughter and son-in-law.
"I am Cuban from head to toe, I was born in this country and I will die in this country, come what may."
This is his general thought.

In the meantime he has learned to use the internet and to move with the technology that has now arrived on the island.
He is pissed because, he, faithful to the Party, finds himself with a pension of 2300 pesos after 40 years of work, and he has worked, I can testify to this.
A job full of responsibilities, among other things.
Every now and then I call him "Jefe de la Vanguardia" because that's what he was, he answers me "yes of the previous avant-garde, not of the current one".

There are many like him, proudly Cuban, aware of living in a country that is an anomaly, faithful to what they were but pissed off because they believe, after a lifetime of work, to have been cheated by the state that gives them a pension with which they can't buy a carton of eggs.
I would be pissed off as well.

But they don't leave, even if they could, they don't want to leave, at most a visit to their children in some country, a few months later the desire to return becomes unbearable.
It is the Cuba of those who believed in it to the end, of those who venerate Fidel who, as I read in an article, stopped talking to them when they still needed to hear him.
They were communists, perhaps deep down they will always be, they have to make what remains of that faith coexist with the complicated reality in which they struggle every day.

They are people who have managed to get by in the darkest moments of the country, during the special period when there was nothing, absolutely nothing, they invented themselves as painters, plumbers, mechanics, carpenters, whatever there was to do they did, they tried to do it.
In the Boss's house the only technician I saw was the one who fixed the refrigerator, any other type of work is done by him, whether it's painting a wall or fixing a little radio.

It is the most beautiful and healthy part of that country, the memory of a wonderful but very difficult historical attempt, in which something worked but many things could have gone better.
Then of course... the blockade and all the rest.
People born in another world but landed in the current one, in some ways more complicated, in others simpler, people who deserve a better life and still some dreams to realize.