Massimo, un giovanissimo bambino dal misterioso passato, arriva nel quartiere con grandi aspettative, ma intuisce fin da subito che ciò in cui è finito assomiglia a tutt'altro. Il suo destino lo accomuna a quello di tanti altri bambini scomparsi nel quartiere, tutti assoggettati alle paure che soltanto un uomo – uno strambo commerciante dal negozio ricolmo di giocattoli – sembra poter comprendere appieno. Assieme a Mina e Jon, due adolescenti dalla vita complicata, l'avventura svelerà i misteri che si celano dietro le strane sparizioni, affrontando tanti dubbi e difficoltà che un quartiere di chiacchieroni poco attenti al mondo dei più giovani sembra comportare.

L'opera mi è piaciuta: partiamo da qui. La descrizione del libro porta a percepire il brano come intriso di mistero e di oscuri presagi, proprio come un classico thriller. Leggendolo, la mia impressione ha invece virato su una narrativa con meno suspense di quello che preannunciava. C'è un certo grado di mistero, ma la personalità dei personaggi non mi ha condotto su quel buio spinto classico dei thriller avvolgenti. I personaggi sono costruiti correttamente, la personalità anomala del "giocattolaio" lo rende interessante sebbene qualche volta infici la conversazione aggiungendo degli scambi di battute un po' troppo banali. La trama in sé mi ha soddisfatto, anche se non svelo nulla per evitare spoiler.

Lo stile di scrittura è fluido, semplice. Questa caratteristica sfocia nell'unica nota forse più negativa che abbia riscontrato: un lessico poco vario, qualche volta ridondante, che unito alla ristrettezza delle frasi lascia troppe poche volte spazio a una descrizione più precisa degli ambienti e dei personaggi. Per i personaggi sopperisce il loro comportamento, per gli ambienti purtroppo no. Diciamo che è un libro che consiglierei, ma non per chi abbia come scopo quello di ampliare in maniera netta il proprio lessico.