Chi ha "inventato" i Pirati? - Who ‘invented’ pirates? [MULTILANGUAGE]

in Italy6 hours ago (edited)

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Mary Harrsch, Public domain, da Wikimedia Commons

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TRA REALTA' E FANTASIA

A volte può essere interessante scoprire da dove derivano alcune convinzioni popolari, che nel corso dei secoli sono state poi capaci di imporsi come versioni dominanti e di influenzare tutta l'arte, la letteratura o la cinematografia che ne è seguita.

Perché, ad esempio, molti scrittori famosi hanno preso a raffigurare i pirati in azione dal XVI secolo in avanti con determinate caratteristiche, quali arti mancanti, sostituiti da uncini o monconi di legno, bende sugli occhi, orecchini e collane d'oro, e a descriverli sempre intenti nel nascondere preziosi tesori sotto terra o a sventolare la Jolly Roger, la bandiera nera con il teschio?

Su quali fonti storiche si basano queste convinzioni? E perché sono diventate talmente radicate nella cultura dei nostri giorni da lasciarci credere che non esista alcuna verità alternativa? Ci arriviamo tra un attimo, ma prima lasciate che vi racconti una storia...

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La Jolly Roger, la bandiera che identificava i pirati. WarX, edited by Manuel Strehl, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

In questi giorni mi sono imbattuto nella storia di Libertaria, una mitologica città utopica guidata dai pirati alla fine del XVII secolo e prosperata nella zona del Madagascar per un breve periodo. Il suo fondatore fu il celeberrimo capitano James Misson, il cui intento era realizzare una città nella quale tutti, indipendentemente dalla propria etnia, provenienza o credo religioso, potessero vivere felici.

A Libertaria il motto era semplice quanto diretto: "Per Dio e per gli uomini". Mission e gli altri fondatori abbandonarono la Jolly Roger, sostituendola con una pacifica bandiera bianca. L'obiettivo era dire basta ai soprusi perpetrati dagli stati e dalle autorità, per creare una terra che mettesse tutti sullo stesso piano, dai pirati agli ex religiosi, passando per gli schiavi liberati.

In città vigeva la democrazia diretta, chiamata ad eleggere i consigli dei saggi incaricati di prendere le decisioni più importanti e, a livello personale, grazie alla redistribuzione degli eccessi prodotti tramite agricoltura e allevamento, a nessuno veniva concesso di diventare più importante o più ricco degli altri cittadini.

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Una raffigurazione del capitano Misson, WORLD WIDE GUM CO., Public domain, via Wikimedia Commons

Vennero create abitazioni, edifici pubblici e stabilita persino una lingua comune, che aiutasse a sviluppare un senso di appartenenza per i cittadini. Molti pirati, venendo a sapere dell'esistenza di questa città, scelsero di abbandonare la vita precedente e di unirsi al progetto, alimentandone in qualche modo la fama, ma attirando anche le attenzioni dei nemici, che ne decretarono la fine dopo un ventennio di prosperità.

La storia di un'utopia particolarmente coinvolgente, se non fosse che, per la maggior parte degli storici dei tempi moderni, Libertaria in realtà non sia mai esistita. E qui torniamo alla domanda iniziale: da dove abbiamo tratto tutte le informazioni sui pirati, che oggi riteniamo come assodate?

Per rispondere dobbiamo risalire al 1724, quando a Londra, per mano del Capitano Charles Johnson (si presuppone fosse uno pseudonimo dello scrittore Daniel Defoe), viene pubblicato in due volumi il libro "General History of the Pyrates".

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Un'immagine del pirata Roberts, tratta dal libro "General History of the Pyrates". Engraved by Benjamin Cole[2] (1695–1766), Public domain, via Wikimedia Commons

In esso, vengono messe nero su bianco le biografie di molti pirati famosi, alcune piuttosto attinenti alle fonti conosciute fino a quel momento, altre decisamente più romanzate, ma tutte in grado di condizionare la letteratura successiva dei vari Robert Louis Stevenson (L'isola del Tesoro) o e James Matthew Barrie, l'autore di Peter Pan.

E così, accanto ai nomi dei vari Barbanera o del Pirata Every, ecco comparire anche quelli di corsari immaginari, come John Cornelius, William Lewis e dello stesso James Misson, il mitico fondatore di Libertalia, probabilmente mai esistito.

Più in generale, quanto sulle leggende tramandate a riguardo dei pirati (comprese caratteristiche fisiche, abitudini e modi di fare) sia vero e quanto romanzato è un argomento difficile da dirimere con precisione. Ma in fondo va bene così, chi vorrebbe mai immaginarsi Jack Sparrow agire con le buone maniere o presentarsi in abito elegante?

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Ahoy, @frafiomatale! This post is a treasure trove of historical intrigue! I love how you've delved into the origins of pirate lore, separating fact from fiction with the captivating tale of Libertaria. The idea of a pirate utopia is fascinating, and your exploration of Captain Johnson's (or Defoe's?) "General History of the Pyrates" really sheds light on how these legends were shaped.

The images you've included are fantastic. It's amazing how much our perception of pirates is influenced by stories and art. Did the romanticized image of pirates help or hurt their historical impact? I'd love to hear your thoughts! Thanks for sharing this swashbuckling piece of history, matey!