Un "Boranga" non si nega a nessuno - A ‘Boranga’ is not denied to anyone [MULTILANGUAGE]

in Italy4 hours ago (edited)

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Lamberto Boranga, con la maglia del Cesena, subisce un goal su calcio di rigore tirato dal milanista Calloni (1976). Uploaded from it.wikipedia.org, Public domain, via Wikimedia Commons

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FINANZA CREATIVA

Per trattare l'argomento di oggi, parto da una notizia che mi ha fatto particolarmente sorridere: Lamberto Boranga, ex portiere tra le altre anche di Fiorentina, Cesena e Parma, tornerà a calcare i campi di calcio alla veneranda età di 83 anni.

Ricoprirà il ruolo di terzo portiere tra le fila della Trevana, squadra appena ripescata in prima categoria anche se, con buona probabilità, vedrà il campo solo per qualche manciata di minuti di passerella, offerti per attirare un po' di gente al piccolo impianto locale e riempire le cronache dei giornali.

Boranga ha mantenuto negli anni, a differenza di quanto accade a molti ex calciatori, una perfetta forma fisica. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo si è infatti dedicato all'atletica, specializzandosi sui salti, disciplina per la quale detiene tutt'oggi diversi record per la categoria "Master" (atleti dai 35 anni in su).

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Immagine da una competizione Master indoor, Emptywords, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Del resto, il nostro simpatico e arzillo "nonnetto" sostiene di possedere ancora un'età biologica di almeno trent'anni più giovane rispetto a quella anagrafica e, nei confronti di chi ha saputo preservare così bene il proprio corpo, non si può che provare una sincera ammirazione.

Peccato solo che la Trevana abbia anticipato tutti, perché Boranga, ingaggiato da svincolato, avrebbe potuto rappresentare un'ottima opportunità di guadagno anche per i nostri club di Serie A. Ad esempio per la Roma, che avrebbe potuto rivenderlo agli "amici" (copyright Giovanni Carnevali) del Sassuolo per almeno cinque milioni entro il prossimo 30 giugno, evitando così di dover sacrificare dei preziosi giovani della Primavera per ottemperare alle norme del Fair Play Finanziario.

Ma soprattutto per l'Inter, che cercava da tempo una contropartita da inserire nella trattativa con l'Atalanta per il caso Lookman. Una burla, direte voi a ragione: nessun club professionistico pagherebbe dei soldi per un atleta ultra-ottantenne, per quanto in ottime condizioni fisiche, ma la vicenda del buon Boranga ci spinge comunque ad effettuare qualche gustosa riflessione.

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Al centro, Ademola Lookman. Charltonkyle, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Innanzitutto, parliamo di Lookman. Il calciatore si rifiuta di presentarsi al ritiro della sua attuale squadra dal giorno in cui l'ultima offerta dell'Inter è stata rispedita al mittente (circa 42 milioni + 3 di bonus), perché giudicata troppo esigua.

La punta nigeriana, nel disinteresse generale, si trova a Londra dove, evidentemente consigliato e "protetto" da qualcuno, si dice si stia allenando in solitaria. Peccato che, almeno in teoria, esisterebbe ancora qualcosa, chiamato regolamento federale, che impedirebbe ai calciatori di comportarsi come stracaxxo gli pare (quando ci vuole, ci vuole!), imponendo loro il rispetto dei contratti.

Leggiamo insieme alcuni articoli del Codice di Giustizia Sportiva e delle Norme NOIF interne della FIGC che sembrano inquadrare alla perfezione la questione:

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La sede della FIGC a Roma. Sergio D’Afflitto, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Le parti che, senza giusta causa, recedano da un contratto di prestazione sportiva o ne interrompano l’esecuzione, commettono una violazione rilevante anche ai fini disciplinari.
(ART. 32, comma 11, Codice di Giustizia Sportiva)

I soggetti di cui all'art. 2 sono tenuti all'osservanza dello Statuto, del Codice, delle Norme Organizzative Interne FIGC (NOIF) nonché delle altre norme federali e osservano i principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva.
(ART. 4, comma 1, Codice di Giustizia Sportiva)

I tesserati sono tenuti all’osservanza delle disposizioni emanate dalla F.I.G.C. e dalle rispettive Leghe e Divisioni, nonché delle prescrizioni dettate dalla società di appartenenza. I calciatori/calciatrici, gli allenatori/allenatrici e i preparatori atletici, titolari di contratti di lavoro sportivo o di apprendistato, sono tenuti altresì all’ottemperanza degli Accordi Collettivi e di ogni legittima pattuizione contenuta nei contratti individuali.
(ART. 92, NOIF, Doveri dei tesserati)

Infine, quella che appare la più grave (invocata a gran voce anche l'anno scorso per Koopmeiners, ma "stranamente" dimenticata quest'anno):

Sono vietati i contatti e/o le trattative, dirette o tramite terzi, tesserati o non, tra società e calciatori/calciatrici senza preventiva autorizzazione scritta della società titolare del contratto.
(ART 95 bis, NOIF, Disciplina della concorrenza)

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Ardfern, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Le sanzioni previste per tesserati che si rendano responsabili di dette infrazioni vanno dall'ammenda, per i casi più lievi, alla squalifica di almeno due mesi per quelli considerati più gravi (casistica nella quale sembra ricadere appieno la situazione di Lookman).

La domanda sorge spontanea: perché Lookman non è ancora stato deferito per questa grave mancanza commessa nei confronti del club che gli paga lo stipendio? La risposta potrebbe essere ricercata nella storia recente del nostro campionato, definito alternativamente, secondo le preferenze di ognuno, "Marotta League" o "Circo Gravina", ed in questo senso occhio anche alle ultime cronache di calciomercato.

E' di poche ore fa infatti la notizia secondo la quale proprio Atalanta ed Inter, evidentemente non così ai ferri corti come ci volevano far credere, stiano trovando un accordo per il passaggio alla Dea di Nicola Zalewski.

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Nicola Zalewski, Werner100359, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Il polacco si era trasferito al club meneghino a gennaio in prestito, con cartellino riscattato dai nerazzurri un paio di mesi fa dalla Roma per una cifra di poco superiore ai sei milioni. Fin qui, nulla di strano, ma a stupire è il prezzo pattuito tra Atalanta ed Inter per questo "affare": 17 milioni!

Un incredibile triplice aumento del valore del cartellino, durante le vacanze estive, di un calciatore con una quindicina di presenze con la maglia dell'Inter, perlopiù da subentrato, e capace di mandare a referto più ammonizioni (4) che goal e assist messi insieme (1+1).

Ma a stupire ancora di più è proprio il nome dell'acquirente, quel Percassi che sul mercato si è sempre distinto per non aver mai gettato un centesimo, anzi per aver sempre comprato a poco e rivenduto a molto.

E allora, da cosa nasce questa iper-valutazione, con con conseguente gigantesca plusvalenza da una decina di milioni abbondanti? Innanzitutto viene spontaneo notare che le cosiddette "plusvalenze fittizie", per le quali, ad oggi, ha pagato una sola società, vengono considerate alternativamente "il male del calcio" o "una virtù da grandi dirigenti" a seconda di chi le compie.

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Beppe Marotta, Moxmarco, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

In secondo luogo, curioso il titolo del giornale rosa, che tra un muggito e l'altro dichiara come l'accordo tra le due società per Zalewski non "c'entri nulla con il caso Lookman". Insomma, la classico Excusatio non petita, che come i latini insegnavano equivale ad un'accusatio manifesta.

Vuoi vedere che alla fine, gira che ti rigira, il nigeriano verrà pagato da Marotta e soci esattamente quanto voluto? E se così non fosse e, nel caso improbabile in cui il nigeriano alla fine dovesse finire altrove, abbiamo assistito ad una sorta di "multa" inflitta a Percassi per il "niet!" sbattuto in faccia a Marotta?

Ah, intanto proprio lui, il buon Beppe Marotta è diventato, tra le urla di giubilo degli organi di stampa, azionista dell'Inter. Venti milioni, sborsati sull'unghia, per entrare di fatto nella proprietà del club più indebitato d'Europa. Un'altra storia piuttosto curiosa proveniente da Milano, che approfondiremo la prossima volta.

Noi ce ne andiamo, ma vedrete che razza di banditi arriveranno al nostro posto...
(Antonio Giraudo, ex AD della Juventus dopo la sentenza di Calciopoli)

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