Tra Farfalle, Libellule e Sentieri Smarriti: la Mia Giornata Selvaggia
Domenica sono andato a un evento immerso nella natura. Era una sorta di escursione guidata dedicata alle farfalle. Questo posto lo conosco già, ci sono stato più volte e ogni volta organizzano qualcosa di diverso: l’ultima volta, ad esempio, avevo partecipato all’evento sugli alberi. Stavolta invece toccava alle farfalle.
All’inizio la guida ci ha spiegato come le farfalle stiano diminuendo, sempre più rare a causa del cambiamento climatico e dell’impatto dell’uomo sull’ambiente. Triste, ma importante da sapere. Poi è arrivata la parte pratica: catturare le farfalle con il retino.
Ora… io non l’avevo mai fatto. L’avevo visto solo nei film, sai quelle scene un po’ buffe con gente che corre dietro alle farfalle? Ecco. Però, da curioso quale sono, quando la guida ha chiesto “Chi vuole provare?”, mi sono fatto avanti. Una volta non l’avrei mai fatto, mi sarei sentito timido, sotto gli occhi di tutti. Ma stavolta no, sono partito.
Mi hanno pure fatto i complimenti! Ho catturato più farfalle degli altri, e nel mio retino — giuro — oltre alla farfalla c’erano anche un’ape e una coccinella. Praticamente stavo organizzando un incontro di wrestling tra insetti senza nemmeno volerlo. Ahah.
Proseguendo, siamo entrati nel rifugio dell’osservatorio. Lì, con i binocoli, abbiamo osservato le acque per cercare libellule e altri animali. E indovina? Alla fine ci hanno fatto catturare anche le libellule. Ovviamente, sono stato il primo a prenderne una. Spoiler: nel mio retino non c’era solo una libellula, ma due! Maschio e femmina. L’universo mi stava mandando qualche segnale? Chissà… ma di certo non è una cosa che capita tutti i giorni!
Alla fine dell’escursione ci siamo salutati. Io, convinto di conoscere la strada del ritorno, ho deciso di non usare Google Maps. Scelta coraggiosa (o incosciente), lo so. Risultato? Mi sono perso. Però, grazie a un campanile in lontananza, sono riuscito a orientarmi e tornare sulla via giusta. Diciamo che ho voluto tirare fuori il Bear Grylls che c’è in me… e nel frattempo mi godevo ancora quel paesaggio meraviglioso.
