Gravina, uno che non perde mai l'occasione di dire stupidaggini - Gravina, a man who never misses an opportunity to say stupid things [Multilanguage]
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OPINIONI A CONVENIENZA |
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Se si fosse chiamati a scegliere quale fenomeno stia maggiormente caratterizzando quest'estate calcistica, una buona parte degli intervistati risponderebbe forse citando il mercato in pompa magna del Milan, miracolato con gli introiti della partecipazione (regalata dalla giustizia sportiva) alla prossima Champions League e dall'acquisto a peso d'oro di Sandro Tonali da parte del Newcastle.
Altri indicherebbero invece l'inspiegabile assenza di indagini sulla situazione finanziaria dell'Inter, che in un mondo normale, grazie al miliardo e mezzo di debiti contratto e un patrimonio netto negativo, non dovrebbe nemmeno essere iscritta al campionato, ma che da noi continua tranquillamente a fare mercato grazie ai "pagherò", firmati da Beppe Marotta e accettati senza troppi problemi da società evidentemente amiche (dedicato a chi negli scorsi mesi si riempiva la bocca con le partnership sospette).
I più attenti ad un quadro globale poi, non esiterebbero a tirare in ballo il caos della Serie B, con squadre escluse dal prossimo campionato per mano del tribunale federale, in seguito a presunte inadempienze, ma regolarmente riammesse dal TAR (come nel caso del Lecco), che ancora una volta sembra divertirsi a smontare con estrema facilità gli astrusi teoremi dei colleghi "sportivi".
Sergej Milinkovic-Savic. Эдгар Брещанов, CC BY-SA 3.0 GFDL, via Wikimedia Commons
Tuttavia, che si indirizzino di più le antenne verso una situazione o un'altra, un po' a tutti non è sfuggito il vero meteorite abbattutosi negli ultimi mesi sul calcio italiano e continentale, ovvero i faraonici piani di espansione della Saudi Pro League, che attraverso contratti inarrivabili per qualsiasi altra realtà e un portafogli pressoché illimitato, sta strappando i primi importanti giocatori ai campionati europei.
Solo dalla Serie A, finiranno per giocare in Arabia Saudita l'anno prossimo, oltre a comprimari come Manolo Gabbiadini (il quale percepirà tuttavia un ingaggio di tre milioni all'anno), giocatori che sarebbero titolari in ogni formazione nostrana, come l'ex interista Brozovic e Sergej Milinkovic-Savic, mentre se allarghiamo il campo di veduta a tutti gli altri tornei europei, è possibile scorgere i nomi altisonanti di Benzema, Koulibaly, Firmino, Kanté e chissà quanti altri.
Un vero e proprio ciclone del quale, tra un fallimento e un altro (l'ultimo quello della nazionale femminile, eliminata dai mondiali al primo turno dalle dilettanti sudafricane), sembra finalmente essersi accorto anche il nostro presidente federale, Gabriele Gravina, al quale lo strapotere economico dei sauditi sta cominciando a causare i primi mal di pancia.
Nassr Al-Khelaifi, Aisha sahukar, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Non è possibile, secondo il numero uno della FIGC, che ad un sistema sostenuto dall'intero apparato statale, come quello saudita, sia permesso di entrare in contatto con i campionati europei, guidati, a suo dire, da criteri di sostenibilità, inclusività ed equità delle competizioni. In questo modo, sostiene Gravina, viene falsato l'intero sistema calcistico internazionale, tanto da auspicare un immediato intervento della FIFA.
E come tutte le volte in cui il presidente federale ha aperto la bocca, un attimo dopo ci si è chiesti perché non abbia sfruttato l'occasione per dedicarsi ad altro, magari riempiendo il prezioso organo con una buona mangiata di arrosticini abruzzesi, che sembrano incarnare la sua passione da un punto di vista culinario.
Dopo queste farneticanti dichiarazioni, alcuni opinionisti sul Web e sulla carta stampata ci hanno tenuto a far notare al caro Gravina l'evidente contraddizione che caratterizza il suo pensiero: come può infatti il vice-presidente dell'UEFA, organo monopolistico che ammette tra le sue fila, anzi glorifica, club da anni abituati a drogare il mercato, come Paris Saint Germain e Manchester City, lamentarsi di chi ora irrompe sulla scena gonfio di denaro?
Gianni Infantino, United Nations Office on Drugs and Crime, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Senza andare a pescare dalla memoria gli anni '80 e '90 (ormai quasi un'altra era geologica se ci riferiamo al calcio), quando erano proprio i club italiani a fare la voce grossa sul mercato, non si può fingere che il calcio non sia da sempre amministrato dagli stessi cicli economici. In altre parole, ora è il turno di inglesi e arabi, tra dieci anni chissà.
Ma la cosa più importante è che anche nel caso (molto improbabile) in cui Infantino e soci decidessero di intervenire con eventuali limitazioni o altri provvedimenti, i sauditi semplicemente bypasserebbero il problema creandosi un sistema tutto loro, se necessario anche staccandosi dalla FIFA stessa.
Del resto un qualcosa di simile è già stato fatto con il golf, con i migliori giocatori del PGA Tour e del Dp World Tour convinti ad abbandonare il vecchio sistema e portati a giocare nei campi della LIV (l'associazione golfistica saudita) a suon di milioni. Pensate davvero sarebbe un problema per loro farlo di nuovo?
Statemi bene, alla prossima!
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(Gravina, uno che non perde mai l'occasione di dire stupidaggini )
ahahaha sei applica molto bene la tua sottigliezza quando parli di quest'uomo ahahahah, mi fa ridere leggere il titolo del post, ma hai perfettamente ragione :)
😂 purtroppo è vero, ma un po' in tutti i campi dello stato, secondo il mio parere, sono più o meno 30 anni che mandano avanti i peggiori, questo perché i peggiori si fanno manovrare senza alcun problema per non perdere i loro vantaggi